Auguri per un Santo Natale del vescovo Claudio

Stefano Callegaro

L’augurio che desidero fare in questo Natale 2021, ancora segnato dalle conseguenze della pandemia, è di poterci aprire sempre di più alla dimensione della fratellanza, dell’amicizia, della solidarietà: sentimenti e atteggiamenti che nascono prima di tutto nelle nostre case e si estendono poi alle nostre comunità parrocchiali e alla società.

«La pandemia – ci ha ricordato papa Francesco – ci ha colpiti globalmente, ci ha fatti sentire tutti sulla stessa barca ci ha fatto provare che cosa significa avere le stesse paure. Abbiamo capito che le grandi questioni vanno affrontate insieme, perché al mondo d’oggi le soluzioni frammentate sono inadeguate».

Oggi abbiamo più che mai bisogno di superare il limite dell’io per aprirci alla dimensione del noi, abbiamo necessità di dare gambe e cuore all’amicizia sociale, alla solidarietà, perché viviamo un tempo segnato dalla sofferenza e da tante situazioni che, invece di unirci, portano a dividerci e a creare conflitti. C’è bisogno di sentirsi solidali con gli altri, fratelli e sorelle sparsi nel mondo.

Come Chiesa di Padova abbiamo vissuto questo tempo verso il Natale all’insegna di un invito: “verso un noi sempre più grande”. Ed è questa dimensione del noi, che desideriamo vivere e celebrare, desideriamo sentirci ed essere “fratelli tutti”.

Celebrare il Natale è accogliere Gesù che viene ad abitare in mezzo a noi. Il Signore ci insegna a vivere, a dare contenuto e significato di felicità, di benessere, di pace alla nostra convivenza umana.

L’augurio alla fratellanza universale – di cui il Natale è segno con il farsi fratello degli uomini e delle donne di Dio, con il farsi “fratello piccolo”, bisognoso di famiglia e di comunità – può risultare più sorprendente se percepiamo che si tratta di una logica diversa da quella della nostra cultura occidentale, sempre più centrata sull’io. L’individualismo richiede autonomia, autosufficienza, salute. La piccolezza – solo la piccolezza – percepisce e proclama che si può vivere solo insieme, con un “noi” che si estende e diventa grande quanto più sono diffuse le nostre fragilità: proprio come stiamo vivendo con il Covid-19 e i problemi di salute, con le migrazioni forzate e i morti in mare e nelle rotte balcaniche, con la precarietà nel lavoro come nel caso della Speedline, con l’impegno per arginare l’inquinamento da Pfas e la necessità della cura e custodia dell’ambiente. Insieme possiamo affrontare le sfide della vita.

Facendosi piccolo e fragile il Signore Gesù ci introduce alla logica nuova della fratellanza, sulla strada dell’apertura e della presa in cura dei fratelli e delle sorelle più deboli. Prendendo in braccio Gesù Bambino impariamo a prendere in braccio tutti coloro che sono più bisognosi e fragili. La piccolezza – solo la piccolezza – o un cuore convertito percepiscono e proclamano che si può vivere solo insieme.

Fare gli auguri di Natale oggi è ricordarci che siamo tutti fratelli e sorelle.

Buon Natale! Buona apertura alla fratellanza universale!

+ Claudio Cipolla, vescovo

Scritto da Stefano Callegaro
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Auguri di Buona Pasqua dal vescovo Claudio

Di seguito il messaggio di auguri di buona Pasqua dal Vescovo Claudio

AUGURI PASQUA 2025

In questo periodo ospitiamo al Museo diocesano di Padova una mostra molto interessante e
suggestiva: “Il Canova mai visto”. Il cuore della proposta è un monumento funebre in cui l’urna
cineraria è opera del famoso scultore veneto. In una tomba s’incontra la vita e la morte, o meglio,
per sottolineare il tema giubilare che ci accompagna quest’anno, s’incontrano la speranza e la
morte, perché come la nostra fede ci ricorda: la morte non è la fine di tutto, è l’inizio di una vita
nuova e racchiude la prospettiva della risurrezione che nella Pasqua riviviamo. Accanto alla tomba
c’è un cipresso: ci rammenta che la vita sboccia e perdura anche dove c’è la morte, che oltre il buio
c’è la luce.
È la luce della speranza, della fede, quella su cui possiamo contare nei momenti più difficili, nella
sofferenza, nelle difficoltà. La fede è un sostegno ancora più forte nel momento della paura, della
morte, delle preoccupazioni, dell’angoscia. E quante preoccupazioni viviamo oggi, a livello
mondiale, con le troppe guerre che non trovano soluzioni di pace – pensiamo solo a quelle più
vicine a noi, in Palestina, in Ucraina – e poi ci sono altri conflitti che si giocano con le armi
dell’economia, della tecnologia...
Come augurare buona Pasqua in un tale preoccupante scenario? Come augurare la Pasqua
laddove si combatte con il dolore, la malattia, la sofferenza?
Riconoscendo che c’è questa luce della speranza che viene accesa con la Pasqua e che ci permette
di osare ancora, di impegnarci a lottare per guarire se si è malati, o per tentare di risolvere i
conflitti e i problemi che quotidianamente ci affliggono.
La Pasqua ci ricorda che il Signore è Colui che sa illuminare la vita anche nei momenti più difficili e
bui, anche nel momento stesso della morte. Senza questa luce della speranza saremmo disperati.
Il mio augurio per questa Pasqua è proprio questo: che tutti voi siate raggiunti e vi lasciate
raggiungere dalla luce della speranza, consapevoli anche della forza di una comunità di cristiani: a
volte, infatti, le sofferenze sono così gravi, così pesanti che da soli non ci sentiamo in grado di
affrontarle, ed è proprio qui che diventa significativa l’appartenenza a una comunità, la vicinanza
di fratelli e sorelle con cui, insieme, possiamo osare di tener viva la fiamma della speranza. Tanto
più in quest’anno giubilare che ci vede tutti “pellegrini di speranza”.
Buona Pasqua.

+ Claudio Cipolla

Stefano Callegaro

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Viaggio in Brasile

Proposta viaggio sulle orme di Don Ruggero Ruvoletto a 15 anni dalla sua morte.

 

Stefano Callegaro

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A pranzo in compagnia

Domenica 30 marzo ore 12:30 siete invitati ad un pranzo in compagnia presso il patronato.

Per le iscrizioni contattare telefonicamente Anna Destro (340 0015254) o Miriam Rosa (333 5454493) entro domenica 23 marzo.

COSTO € 22,00
Bambini e Ragazzi
fino a 14 anni € 15,00
(acconto € 10,00)

In allegato la locandina

Stefano Callegaro

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