Festività di Ognissanti

Stefano Callegaro

La festa di tutti i Santi il 1° novembre si diffuse nell’ Europa latina nei secoli VIII-IX. Poi si iniziò a celebrarla anche a Roma, fin dal secolo IX. Un’ unica festa per tutti i Santi, ossia per la Chiesa gloriosa, intimamente unita alla Chiesa ancora pellegrinante e sofferente sulla terra. Quella di Ognissanti è una festa di speranza: “l’ assemblea festosa dei nostri fratelli” rappresenta la parte eletta e sicuramente riuscita del popolo di Dio; ci richiama al nostro fine e alla nostra vocazione vera: la santità, cui tutti siamo chiamati non attraverso opere straordinarie, ma con il compimento fedele della grazia del battesimo.

 

Qual è il significato di questa festa?

Festeggiare tutti i santi è guardare coloro che già posseggono l’ eredità della gloria eterna. Quelli che hanno voluto vivere della loro grazia di figli adottivi, che hanno lasciato che la misericordia del Padre vivificasse ogni istante della loro vita, ogni fibra del loro cuore. I santi contemplano il volto di Dio e gioiscono appieno di questa visione. Sono i fratelli maggiori che la Chiesa ci propone come modelli perché, peccatori come ognuno di noi, tutti hanno accettato di lasciarsi incontrare da Gesù, attraverso i loro desideri, le loro debolezze, le loro sofferenze, e anche le loro tristezze. Questa beatitudine che dà loro il condividere in questo momento la vita stessa della Santa Trinità è un frutto di sovrabbondanza che il sangue di Cristo ha loro acquistato. Nonostante le notti, attraverso le purificazioni costanti che l’ amore esige per essere vero amore, e a volte al di là di ogni speranza umana, tutti hanno voluto lasciarsi bruciare dall’ amore e scomparire affinché Gesù fosse progressivamente tutto in loro. È Maria, la Regina di tutti i Santi, che li ha instancabilmente riportati a questa via di povertà, è al suo seguito che essi hanno imparato a ricevere tutto come un dono gratuito del Figlio; è con lei che essi vivono attualmente, nascosti nel segreto del Padre.

 

 

Cosa dice il Martirologio Romano?

Con la Solennità di tutti i Santi uniti con Cristo nella gloria in un unico giubilo di festa la Chiesa ancora pellegrina sulla terra venera la memoria di coloro della cui compagnia esulta il cielo, per essere incitata dal loro esempio, allietata dalla loro protezione e coronata dalla loro vittoria davanti alla maestà divina nei secoli eterni.

 

 

Cos'è la comunione dei santi?

«La nostra partecipazione alla redenzione del Cristo», ha scritto don Divo Barsotti, «implica una partecipazione all'uomo della vita divina, di una grazia però che non è un bene esclusivo e non lo diviene mai, ma tanto più si partecipa quanto più anche diviene comune. Ora, proprio per questo motivo, la comunione delle cose sante diviene naturalmente e necessariamente la Comunione dei santi. Se la grazia di Dio non si comunica all'uomo che aprendo l'uomo ad una universale comunione, ne viene precisamente che, quanto più l'uomo partecipa di questi doni divini, tanto più anche comunica con gli altri uomini, vive una comunione di amore con tutti quelli che partecipano ai medesimi beni. Per la carità di Dio l'uomo non si apre soltanto a Dio, non entra in comunione soltanto con la divinità, ma acquista una sua trasparenza onde l'anima può comunicare con tutte le altre anime, può vivere un rapporto di amore anche con tutti i fratelli. Il peccato ci ha divisi, ci ha opposti gli uni agli altri e ci ha separati, ci ha reso opachi, impenetrabili all'amore; la grazia invece ci dona questa nuova trasparenza, ci dona questa nuova possibilità di comunione di amore. Ed è questo precisamente allora l'effetto della grazia divina: che cioè noi viviamo la vita di tutti e tutti vivono della nostra medesima vita; non c'è più nulla di proprio che non sia, anche qui, di tutti. Quanto più noi siamo ricchi e partecipiamo agli altri i nostri beni, tanto più dell'altrui bene noi viviamo. Un santo tanto più è santo quanto più è privo di ogni difesa nel suo amore, quanto meno è chiuso nella sua ricchezza».

 

 

Cosa dice il Catechismo della Chiesa cattolica sulla comunione dei santi?

La comunione dei santi è precisamente la Chiesa. Ecco cosa dice: «Poiché tutti i credenti formano un solo corpo, il bene degli uni è comunicato agli altri. [...] Allo stesso modo bisogna credere che esista una comunione di beni nella Chiesa. Ma il membro più importante è Cristo, poiché è il Capo. [...] Pertanto, il bene di Cristo è comunicato a tutte le membra; ciò avviene mediante i sacramenti della Chiesa». 

«L'unità dello Spirito, da cui la Chiesa è animata e retta, fa sì che tutto quanto essa possiede sia comune a tutti coloro che vi appartengono».

Il termine « comunione dei santi » ha pertanto due significati, strettamente legati: «comunione alle cose sante (sancta) e «comunione tra le persone sante (sancti)». «Sancta sanctis!» – le cose sante ai santi – viene proclamato dal celebrante nella maggior parte delle liturgie orientali, al momento dell'elevazione dei santi Doni, prima della distribuzione della Comunione. I fedeli (sancti) vengono nutriti del Corpo e del Sangue di Cristo (sancta) per crescere nella comunione dello Spirito Santo e comunicarla al mondo.  

Scritto da Stefano Callegaro
Notizie principali:

Giubileo 2025 - Diocesi di Padova

Dal sito della diocesi di Padova

Il Giubileo ordinario 2025 che invita a essere “pellegrini di speranza” come indica la Bolla di indizione (Spes non confundit [Rm 5,5] – La speranza non delude) avrà inizio con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano il 24 dicembre 2024 e terminerà il 6 gennaio 2026.

A livello diocesano l’Anno Santo si aprirà in tutto il mondo domenica 29 dicembre 2024 e si concluderà domenica 28 dicembre 2025.

A Padova la celebrazione di apertura del Giubileo, presieduta dal vescovo mons. Claudio Cipolla è in programma domenica 29 dicembre alle ore 16.00, con inizio e partenza dalla chiesa del Seminario (Santa Maria in Vanzo) per concludersi in Cattedrale dopo il momento processionale.

 «Domenica 29 dicembre – ha ricordato il vescovo Claudio nella lettera d’inizio Avvento rivolta alle comunità – come in tutte le Cattedrali del mondo, anche noi apriremo l’Anno Santo perché il Signore, ancora una volta, ci doni la sua grazia, si mostri indulgente e misericordioso nei nostri confronti, ci apra alla conversione dei pensieri, dei sentimenti e dei desideri, facendo di noi dei «pellegrini di speranza».

Per disposizione di papa Francesco le Porte Sante saranno solo quelle delle quattro basiliche papali maggiori (San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore, San Paolo fuori le Mura) e quella del carcere romano di Rebibbia.

Nelle Diocesi ci saranno invece dei “luoghi giubilari”, che saranno meta di pellegrinaggio, dove sarà concessa l’Indulgenza giubilare secondo le indicazioni indicate da papa Francesco per il Giubileo 2025. Qui si potrà giungere come comunità, gruppi, singoli pellegrini.

 

In Diocesi di Padova sono 32 i luoghi, che saranno contraddistinti come “luogo giubilare”:

In città

  • Basilica Cattedrale
  • Basilica di Sant’Antonio
  • Basilica di Santa Giustina
  • Santuario di San Leopoldo Mandiç

All’origine della fede

  • Chiesa di Santa Sofia
  • Chiesa degli Eremitani, Padova
  • Oratorio di Pozzoveggiani San Michele Arcangelo, Padova
  • Duomo vecchio e Santuario delle Sette Chiese, Monselice

Monasteri e abbazie

  • Abbazia di Praglia, Teolo
  • Santa Maria delle Carceri, Carceri
  • Chiesa di Santa Croce, Campese

Luogo antoniano

  • Sant’Antonio di Padova all’Arcella, Padova

Luogo eucaristico

  • Chiesa del Corpus Domini, Padova

Santuari mariani

  • Annunciazione della Beata Vergine, Tresto di Ospedaletto Euganeo
  • Beata Vergine Assunta, Monteortone
  • Beata Vergine dell’Angelo, Piovene
  • Beata Vergine del Caravaggio, San Vito di Valdobbiadene
  • Beata Vergine del Covolo, Crespano del Grappa
  • Beata Vergine della Misericordia, Terrassa Padovana
  • Beata Vergine delle Grazie, Villafranca Padovana
  • Beata Vergine del Pedancino, Cismon del Grappa
  • Beata Vergine di Tessara, Santa Maria di Non
  • Madonna del Carmine, Padova
  • Madonna dell’Olmo, Thiene
  • Madonna Pellegrina, Padova
  • Santa Maria delle Grazie, Este
  • Santa Maria delle Grazie, Piove di Sacco

Luoghi della cura e della carità, della giustizia e della pace

  • Cucine Economiche Popolari (Fondazione Nervo Pasini), Padova
  • Opera della Provvidenza S. Antonio, Sarmeola di Rubano
  • Tempio nazionale Internato ignoto, Padova
  • Sacello Ossario Cima Grappa, Crespano del Grappa
  • Tempio del Donatore, Valdobbiadene

Per ottenere la “grazia giubilare”, che rappresenta un “di più” di misericordia che diventa un sostegno per crescere nel bene e vivere il Vangelo, il fedele è chiamato a compiere alcuni passaggi: vivere il sacramento della riconciliazione, celebrare l’eucaristia, pregare secondo le intenzioni del Papa.

Accanto a questi momenti c’è l’impegno a vivere un’azione che può essere; il pellegrinaggio in un luogo giubilare e qui confermare la propria fede con la preghiera del Padre Nostro e la recita del Credo; devolvere denaro ai poveri; astenersi per un giorno da futili distrazioni o da consumi superflui; dedicare del tempo all’adorazione eucaristica o alla meditazione con la Bibbia o ad attività di volontariato a beneficio del bene comune; visitare chi è nella necessità; praticare le sette opere di misericordia e azioni di giustizia, penitenza e riconciliazione, sostenere opere di carattere religioso o sociale; partecipare a proposte di formazione spirituale e teologica.

Per dare forma a una carità condivisa, nel corso dell’Anno giubilare alle parrocchie, ai gruppi, alle associazioni e ai singoli viene proposta un’attenzione specifica a sostegno di tre progetti diocesani:

  1. il progetto Vi sia uguaglianza, per sostenere il debito delle parrocchie in difficoltà.
  2. Il sostegno alle Cucine economiche popolari, che con l’inizio del 2025 vedranno iniziare la ristrutturazione dei locali del Tempio della Pace, dove verrà trasferita la nuova sede.
  3. Il sostegno ai progetti missionari a Pacaraima (Roraima, Brasile)

Si potrà sostenere tramite bonifico sul conto BANCO BPM – Diocesi di Padova

IBAN: IT 73 A 05034 12112 000000008000

specificando il progetto scelto nella causale

Causale: Giubileo – Vi sia uguaglianza

Causale: Giubileo – Cucine economiche popolari

Causale: Giubileo – Missione Roraima

 Per accompagnare il Giubileo è stato creato un apposito sito internet dedicato al Giubileo in Diocesi di Padova, che da oggi sarà raggiungibile all’indirizzo: http://giubileo2025.diocesipadova.it dove si potranno trovare tutte le informazioni che possono essere utili al fedele: dall’elenco dei luoghi giubilari ai progetti di carità, dalle indicazioni per ottenere l’indulgenza giubilare alle preghiere, al senso del Giubileo.

È stato inoltre attivato un apposito indirizzo email (giubileo2025@diocesipadova.it) dove parrocchie, gruppi diocesani, pellegrini potranno condividere la loro esperienza giubilare inviando foto e brevi testi che saranno selezionati e pubblicati nella gallery del sito, oltre a poter trovare spazio sulle pagine del settimanale diocesano, La Difesa del popolo.

Stefano Callegaro

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Tesseramento NOI

Anche quest'anno è possibile sostenere le attività del nostro Centro Parrocchiale scegliendo di tesserarsi all'Associazione NOI "Centro di Aggregazione S. Agostino APS"
Vi aspettiamo presso il bar del Patronato dopo le SS. Messe del 6, 11, 12, 18 e 19 gennaio

Per informazioni scrivere a noibovolenta@gmail.com oppure rivolgersi al banchetto del tesseramento

Stefano Callegaro

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Auguri di Buon Natale dal vescovo Claudio

AUGURI DI NATALE 2024

 

 

Giungano a tutti voi i miei auguri di un Buon Natale e di un Anno Nuovo “buono” e secondo i disegni del Signore.

Un anno che sarà “santo” – giubilare – e che ci invita a essere “pellegrini di speranza”.

In modo particolare rivolgo gli auguri ai miei più stretti collaboratori – presbiteri e diaconi – ma anche ai religiosi e religiose, alle persone consacrate e a quanti sono stati scelti dalle comunità e hanno dato la loro disponibilità come membri degli organismi di comunione e di partecipazione, perché hanno un compito particolarmente importante oggi e nell’attuazione del Sinodo diocesano. Come pure desidero ricordare, ringraziare e incoraggiare le tante persone che nel silenzio e nel nascondimento si adoperano per aiutare, fin nelle più piccole cose, la vita delle nostre comunità.

Grazie per esserci e per dare volto e anima alle nostre parrocchie che – ce l’ha ricordato anche il Sinodo diocesano – sono oasi di spiritualità in cui respirare il Vangelo di Gesù, luoghi di “ristoro” spirituale, di rigenerazione, una palestra per l’anima dove alimentare la propria fede e dare forza alla testimonianza nel mondo.

La maggioranza dei cristiani, infatti, vive “nel mondo”, spesso sui “confini” dei grandi problemi di ordine etico, morale, politico, amministrativo, a contatto con delicate questioni legate alla giustizia e all’ambiente…

I cristiani lavorano lì sulla soglia, sul confine e vorrei sostenerli e incoraggiarli perché diano una testimonianza bella e viva della gioia cristiana: abbiate la forza e il coraggio di rimanere e portare lì dove lavorate quella parola buona che ricavate dalla fede in Gesù Cristo e nel Vangelo.

Gesù è venuto ad abitare in mezzo a noi; è stato uno di noi.

Gesù viene ancora oggi ad abitare in mezzo a noi e questa sua presenza ci conforta e ci rassicura, ci dice la grande potenzialità che c’è nella nostra umanità, che può essere capace di grandi cose e di bene.

L’augurio che vorrei estendere a tutti in questo Natale è proprio questo:

di trovare il coraggio del bene;

di trovare il coraggio di ritessere le basi delle nostre comunità;

di trovare il coraggio di essere testimoni specie nei confronti dei giovani, per aiutarli a far emergere – a “tirar fuori”, perché questo significa educare – quel bello e quel bene che c’è nei loro cuori.

Un pensiero particolare va a tutte le popolazioni che vivono il dramma della guerra e della violenza, che non vedono all’orizzonte una speranza di pace; e alle tante persone che vivono disagi fisici, materiali e spirituali e soffrono la solitudine e l’inquietudine per il domani.

Il Giubileo della speranza che è alle porte possa essere occasione di grazia e di conversione.

Il Signore che viene illumini le nostre azioni e i nostri pensieri e aiuti a guardare con speranza e uno sguardo nuovo ciò che ci sta attorno per riuscire sempre a trarre il bene e testimoniarlo nella vita di tutti i giorni.

Buon Natale!

 

+ Claudio Cipolla, vescovo

Stefano Callegaro

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